Leonardo Alberto Caruso
Nato a Genova il 19 aprile 1946 dove vive e svolge la sua attività artistica. Ha conseguito il diploma di Ragioniere e Perito Commerciale, si è poi iscritto alla Facoltà di Scienze politiche senza però terminare gli studi. Dapprima ha lavorato presso un’Agenzia Marittima e successivamente è entrato alla Società Italia di Navigazione nel reparto contabilità con la qualifica di impiegato di concetto, dove ha lavorato per oltre venticinque anni ricoprendo, alla fine della carriera, il grado di funzionario di prima classe con mansioni di capo ufficio.
I suoi primi dipinti figurativi risalgono agli anni ’80 – ha eseguito anche diversi ritratti a olio, acrilico e carboncino. Nel 1991 si è iscritto all’Associazione Culturale “Centro d’Arte La Spiga”, due anni dopo è stato nominato Amministratore dell’Associazione, carica che ricopre tutt’ora. Negli anni ’90 ha frequentato i corsi liberi all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Ha avuto come insegnanti di pittura, disegno e incisione Luigi Sirotti e Nicola Ottria e di Storia dell’Arte Carla Mazzarello.
Nell’autunno del 1998 ha conosciuto Luisa Caprile, allieva di Lorenzo Garaventa, da lei ha avuto le prime nozioni di scultura. Ha poi frequentato per anni lo Studio Garaventa, periodo nel quale ha realizzato diverse sculture in gesso, in marmo e in terracotta. Ha realizzato molti ritratti in terracotta tra i quali quelli degli artisti Marina Bocchieri, Luisa Caprile e Luiso Sturla.
Dopo essersi accostato alla scultura ha sentito il bisogno di esprimersi liberamente in pittura, si è quindi staccato dal figurativo ed ispirandosi a Jackson Pollock, Willem de Kooning e Franz Kline ha iniziato un nuovo percorso artistico che lo ha portato ad un espressionismo informale gestuale, “Action Painting”.
La sua prima personale informale dal titolo “Energia blu”, presentata dal critico d’Arte Giannina Scorza, si è svolta a Genova nell’anno 2004 presso la Galleria del “Centro d’Arte La Spiga”.
Hanno scritto di lui:
E’ autore di un’ariosa gallerie di ritratti, ma non meno notevoli appaiono le marine, gli scorci d’abitato, le inquadrature campestri. La percezione del reale è costantemente serena: la tavolozza vivace ma non squillante, e a volte pacata, specie quando i soggetti risultano in chiave d’evocazione interiore, più che per la loro intrinseca bellezza formale, o si rivestono dell’affascinante patina del tempo.
Michelangelo Dolcino (1993)
Autodidatta, ha poi seguito i corsi dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, privilegia, in quanto pittore, un astrattismo gestuale di provenienza informale, affidato a taches ordinate sulla superficie della tela, analogico al possibile delle pulsioni esitenziali.
Estremamente figurativo, invece, nelle realizzazioni plastiche dove approfondisce i caratteri delle persone ritratte e, in taluni nudi, cura attentamente il discorso formale, di stampo classicheggiante, mostrando consapevolezza delle relazioni fra oggetto e spazio.
Germano Beringheli (2006)
(da “Dizionario degli Artisti Liguri” a cura di Germano Beringheli, De Ferrari Editore, 2006)
Energia blu (nei dipinti di Leonardo Alberto Caruso). “Energia Blu”, percorsi interiori nella sorgente ispirativa dell’anima: in questa definizione possono essere repertate e connotate le più recenti espressioni pittoriche dell’artista LEONARDO ALBERTO CARUSO.
Dipinti di appassionata ed irrequieta “verve” elaborativa (acrilici su tela frementi di materia pulsante e ritmica, rilevantemente modellata, in cui predominano le più sfaccettate gamme cromatiche del blu) realizzati nei canoni di un meditato, sofferto e conquistato approccio-approdo all’astrazione; in esiti di urgente, trascinante, ardimentosa cifra stilistica Informel.
Caruso si raffronta e si rapporta con lo spazio da dipingere, identificando la delimitazione perimetrale della tela, come il transfert del proprio ambito esistenziale: una zona metaforica, un palcoscenico del vissuto, del ricordato, dell’auspicato e dell’utopico futuribile; in cui lasciare libero sfogo ed accesso alla sfera più sensibile e segreta del proprio IO, consentendo così l’estrinsecazione-esternazione delle più impercettibili, sfuggenti e travolgenti emozioni del SE’ più riposto e dell’inconscio.
Opere alle quali è trasmesso il compito di far affiorare, emergere – nella intrigante e suadente soggettualità messa in fieri -singolari, “intimi racconti” della psiche; aggallamenti della suggestionabilità e della commotività, assurti; attinti dalla sorgente dell’anima.
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ENERGIA BLU: perché l’imprinting gestaltico che si diffonde dalle composizioni è prepotentemente dirompente; medium della rabbia, dell’angoscia affannosa, dell’appagamento che esprimono e compenetrano la trasmutazione della modulazione plastica che forgia il segno-colore.
Vitalità ed impeto del tratto-tono che diviene il “ritratto” di un momento irripetibile dell’esistenza dell’artista, fermando l’attimo fuggente provocato da una suggestione, da un sentimento e convertirlo in simbolo dell’essenza esistenziale. Energia del dipingere: per identificare il fluire del tempo; l’intensità della tempra e della fierezza del pensiero che medita sulla vicissitudine umana e sul suo limite temporale; cercando consolazione e speranza.
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BLU come profondità e respiro allegorico del colore: filtro di ascesi trascendente; nelle cui variegatezza e nuanches di tinta si dispiegano tanto l’ansia di aspirazione spirituale, quanto la “descrizione” del pathos cosmico della fenomenologia eventica, naturalistica e “celeste”.
I soggetti del ciclo pittorico “ENERGIA BLU” sono la “carta d’identità” dell’anima dell’autore; una sorta di sismografo della sua sensibilità e dei molteplici accadimenti che sollecitano, stravolgono, ricompensano le impressioni sensoriali e psichiche dell’IO carusiano.
Le avvincenti e provocatorie campiture-scansioni di accosti-accordi in blu,intervallate da rapidi, pulsanti, vigorosi tocchi-bagliori di azzurro-verde, giallo, rosso, arancio, sono le soluzioni rappresentative di una emblematica “imagerie”. Una visionarietà risolta come un mosaico-caleidoscopio: dove viene narrata la lotta mai risolta tra ispirazione creativa ed conclusioni esplicative; tra la condizione di attesa ed insofferenza dell’individuo nell’incertezza dei suoi giorni e la sua brama sovrannaturale.
Ma, soprattutto, ogni dipinto di CARUSO è un racconto ed un percorso interiore nella sorgente ispirativa dell’anima: le sue imperiose e sussultanti “vedute” sono le soglie che aprono all’enturage più recondito dei desideri, dei sogni, della nostalgia, delle aspirazioni. Immagini che si spalancano sul conflitto tra crudeltà ed amabilità dell’esistere, tra l’ossessione e la serenità del quotidiano. La reinvenzione onirico-fantastica, che CARUSO effettua con le sue opere, è alla sorgente ispirativa della sua anima, per vivere – sapientemente e serenamente – con la propria identità; modulando il magma frenetico e fecondo dell’ENERGIA BLU.
Giannina Scorza (2004)
Come pittore privilegia cromie informali stese con gestualità dinamica che determinano (e suggeriscono) immagini bloccate cariche di tensioni cinetiche che a volte aleggiano e a volte si liberano in esplosioni dinamiche, come in un cielo notturno carico di elettricità prima e durante una burrasca. Risulta, invece, molto figurativo nelle realizzazioni plastiche, di stampo classicheggiante.
Angelo Valcarenghi (2009)
Leonardo Alberto Caruso, gli inizi sono in Kandiskij e nella sua alleanza con la musica laddove ai colori e alla loro stesura si chiede una armonia visiva e i passaggi, abbandonate le proposizioni propriamente pittoriche, Impressioniste, volgono verso l’Espressionismo, ovvero ai problemi esistenziali che sono di chi usa la pittura per dirsi piuttosto che per dire.
L’estetica, pertanto, abbraccia la tache dell’action painting diviene strumentale all’etica ed è il gesto ad avere consistente fortuna.
Il gesto affermativo e l’astrattismo che, superate le accezioni dell’astratto concreto, indicano la volontà di trasmettere allo spettatore, attraverso l’opera, l’interrogazione sull’essere e sull’agire per affermarsi.
Caruso e il colore, le tessere informali, le taches per dire la pittura e non altro, il passare dalla percezione all’espressione, dallo spazio della tela o del supporto a quello esplicito dell’affermazione personale
Germano Beringheli (2013)
La frammentazione è per Leonardo Alberto Caruso il sistema di immagini capace di illustrare quei suoi “Intimi racconti”, vibranti e inclusi in una geometria di colori – dai quali l’artista non si discosta – scelti e tracciati a spatola in progressioni materiche puntellate di inserti non al primo sguardo evidenti (intimità) nel complesso della narrazione.
Stefano Bigazzi (2014)
Il colore trionfa in “Paesaggio” di Leonardo Alberto Caruso, un colore che satura la superficie con una violenza gestuale di matrice espressionista, esasperando così il lato emotivo della realtà rispetto a quello della pura percezione
Daniele Grosso Ferrando (2015)
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I suoi dipinti sono realizzati nei canoni dell’astrazione, in esiti di trascinante,ardita azione informel. Irruenti soggetti transfer del proprio ambito vissuto, pensato, auspicato, ricordato tra libero sfogo del proprio Io e delle più celate sfere inconsce. L’energia dell’imprinting sottende una profondità mirata di soluzioni estetiche, un mosaico caleidoscopico di tratto-colore: dove vanno in scena le rivisitazioni oniriche ed allegoriche del vivere.
Giannina Scorza (2017)
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Il colore trionfa in “Viaggio informale N° 1” di Leonardo Alberto Caruso, un colore che satura la superficie con una violenza gestuale memore dell “Action Painting”, esasperando così il lato emotivo della realtà rispetto a quello della pura percezione
Daniele Grosso Ferrando (2017)
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Leonardo Alberto Caruso giunge direttamente all’informale senza ricercare scorciatoie figurative per dettare il senso di un comportamento. Ci soccorre in tal caso il titolo della serie esposta in questa circostanza “Intimi racconti”. Il tema viene affrontato con una sovrapposizione e con un inseguimento di colpi di spatola declinati in prevalenza nelle varianti tonali dell’azzurro e del bianco ma dove è il rosso da comportarsi da strazio sanguigno nel sottoporre ogni altro intervento al suo eclatante dominio. Le varie sezioni tonali si comportano talvolta come fogli disposti sulla scena secondo un certo ordine compositivo sconvolto dalla presenza di questo rosso infuocato che denuncia un’anima in travaglio. Altrimenti è una diffusa frantumazione di luci e di angosce a scandire i tempi e i modi del racconto.
Luciano Caprile (2018)
Il “Viaggio informale” di Leonardo Alberto Caruso è documento di un’attività pittorica complessa in cui l’artista spesso ama selezionare una tavolozza cromatica ridotta per ottenere intensità e movimento in un lavoro di forte impronta materica e caratterizzazione psicologica.
Stefano Bigazzi (2018)
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Le opere di Leonardo Alberto Caruso sono l’emblema dell’immaginato. Un misto di linee e forme classiche che si perdono volutamente nell’espressività mai banale e dei corpi. In una commistione di rigidità delle pose mitigata perfettamente dalla morbidezza delle emozioni che si vengono a creare.
Christian Humounda (2019)
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Una Tensione – astratta e informale – vivace, nell’idea di significare un vuoto interiore. L’artista articola una profonda indagine psicologica tra pittura e scultura (nella quale produce impressionanti paradossi plastici dalla marcata connotazione simbolista, molto efficaci. Ne è testimonianza “Schiava d’oltremare”, nudo a metà: la figura nascosta -proiettata – nel blocco da cui è sgrossata, per cui si è dichiaratamente ispirato ai “Prigioni” di Michelangelo. E oltre, come opera consapevolmente incompiuta, quasi un felice richiamo alla – sempre michelangiolesca – “Pietà Rondanini”). Le sue pitture non a caso sono titolate “intime emozioni” e “intimi racconti”, tra le altre, sottolineando con “intimo” il tentativo di trovare un contenuto nel contenitore dell’anima,
Stefano Bigazzi (2023)
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“Libertà di espressione”, coerente scelta di forme e di colore, per una prova informale di notevole equilibrio tra ogni suo componente. La stesura del colore lascia a chi vede la sensazione di immergersi in un intrico movimentato, una tempesta gioiosa, appunto libera. Ma si tratta di un luogo labirintico, quasi, nel quale cercare un’uscita, che esiste sebbene occorra individuarla in un percorso non facile, accidentato, intimamente compresso. “Nasce come disperato desiderio di libertà”, spiega Caruso. Vi è un parallelo con il concetto che Wilhelm Reich espresse in una sua celebre opera, “L’assassinio di Cristo”, l’idea di prigione mentale. La libertà di Caruso dunque si legge anche come analisi e intervento nella realtà contemporanea,
Stefano Bigazzi (2024)
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Siamo – sempre – in guerra. Una guerra dentro e fuori di noi. Sempre. Con coraggio, il poco che rimane, cerchiamo la pace difficile e faticosa. E anche questa è una possibilità dentro e fuori di noi, una ricerca da fare, un impegno da assumere, un viaggio da compiere. Forse, la pace, passa solo attraverso percorsi interiori, lungo vene e arterie che stanno in profondità, nelle strade sanguigne sotto pelle. Per questo i due lavori di Caruso mi paiono legati l’uno all’altro, essere uno la possibile soluzione dell’altro o anche l’uno la causa dell’altro. “No war” è uno slogan, un’affermazione netta, meglio un imperativo che nega ogni altra interpretazione: no alla guerra. Nel 2024 assume un valore essenziale e presente, tangibile e matematico, perché di guerra si è prepotentemente tornati a parlare. Ma la guerra è anche dentro di noi, tra i nostri istinti, tra questi e la razionalità, tra i sentimenti e i sentieri che combattono le loro piccole battaglie quotidiane. Caruso usa il linguaggio cosiddetto informale, che rinuncia alla forma riconoscibile e al figurativo. Questo non significa rinunciare all’espressione del sentire, ma piuttosto liberarlo pienamente e prepotentemente, svincolandolo da regole e recinti. Il rosso che schizza sulla tela come sangue ma anche come energia e come scintille infuocate, materico e rapido. Ma è energia anche la “Ricerca interiore”, con il giallo che è insieme, simbolicamente, colore vitale e vivace ma anche portatore di luce e coscienza, e in un perfetto contrasto con il nero, di grande forza espressiva, come hanno saputo Van Gogh, Klimt, Mondrian, Kandinskij il giallo era “squillante come il suono di una tromba”. E che dire del Rosso pulsante e denso dei capolavori di Burri.
Insomma, Caruso sceglie colori che sono neutrali, che sono carichi – più o meno consciamente – di connotazioni e di storia e realizza due lavori che sono compiuti nel gesto veloce, intenso, del quale ognuno/a di noi può in qualche modo essere partecipe. Perché l’opera è aperte.
Amina Gaia Abdelouahab (2024)
Socio dal 1991 dell’Associazione Culturale Centro d’Arte “LA SPIGA”:
Socio dal 1998 della Compagnia Bogliasco 90
Dal 1996 al 1999 ha frequentato i corsi liberi all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova
Socio nel 2004 di “ellequadro”
Nel 2001 – 2002 – 2003 e 2004 socio dell’Associazione Culturale “Satura”
Il 15/11/2010 – Fonda con: Liliana Bastia, Marina Bocchieri, Angela Careggio e Paola Pastura il Gruppo Artistico “ARTE FUORI” con l’intento di dare origine ed aderire, nella piena libertà individuale, al Nuovo Movimento Artistico denominato: “INFORMALE INCOMPIUTO”
Mostre personali:
- 1992 Genova – Centro d’Arte “La Spiga” – 1^ mostra personale (opere figurative)
- 2004 Genova – Centro d’Arte “LA SPIGA” – Mostra di pittura “Energia Blu” (opere informali)
- 2006 Chiavari (GE) – Banca CARIGE – Rassegna D’Arte – Mostra di pittura
- 2007 Genova – Hotel San Biagio – Mostra di pittura e scultura “Ricerca della forma”
- 2008 Genova – Hotel San Biagio – Mostra di pittura e scultura ” Forma, colore, pensiero e anima”
- 2009 Sanremo – Bottega d’Arte Sanremo – Mostra di pittura e scultura “Segno, colore e forma”
- 2010 Genova – Hotel San Biagio – Mostra di pittura “Astrattismo gestuale”
- 2010 Alessandria – Hotel Diamante – Mostra di pittura e scultura “Presenze Creative”
- 2010 Ferrara – Galleria “Alba” – Mostra personale
- 2011 Alessandria – Hotel Diamante – Mostra di Pittura e Scultura “Presenze Creative” 2^ edizione
- 2011 Prarolo (Vercelli) – La Cittadella del Mastro Artigiano – Fiera di: “Pittura Antica, Moderna e Contemporanea” – Curata da Associazione Culturale AmArte e Associazioni Antiquari
- 2011 Genova . Hotel San Biagio – Mostra di pittura “Emozioni”
- 2013 Savona – Fortezza del Priamàr – “PRISM ART” – Mostra presentata da Germano Beringheli, Luciano Caprile e Aldo Pero
- 2015 – Savona – Fortezza del Priamàr – “PriamArt 2015”” – Mostra presentata da Daniele Grosso Ferrando
- 2016 Alessandria – Hotel Diamante – Mostra di pittura “Viaggio informale”
- 2017 Alessandria – Hotel Diamante – Mostra di pittura “Action Painting”
- 2024 Arenzano (GE) – Centro Polivalente Gino Strada – EMOZIONI